Nella tana del lupo è l’espressione che si usa quando qualcuno (una preda, di fatto) si avventura in un territorio appannaggio della Bestia Alfa che lo controlla.
Per estensione si tratta di solito di zone ben specifiche, territori di caccia dei quali le fiere conoscono ogni anfratto, e sulle quali è praticamente impossibile coglierle di sorpresa.
Va da sé che con questa espressione non ci si possa riferire a luoghi ampi o spazialmente distanti tra loro, il che riduce la libertà d’azione dei lupi.
Ora, il problema del MotoMondiale è che, ormai, praticamente ogni circuito sia la tana di un lupo di nome Marc.
Il cannibale ha deciso, evidentemente, di non prendersi neanche una gara di relax dopo la conquista del titolo, ed ha imposto (ancora di più) il suo ritmo nella gara nipponica. Il dominio mostrato è stato tale che anche il giovane lupacchiotto francese Quartararo ha dichiarato che se nella scorsa gara aveva potuto gustare la possibilità del colpo gobbo, mettendo le ruote davanti a quelle del Campione del Mondo, in quest’ultima non ha nemmeno sentito il profumo, di quel primo gradino del podio.
Poche chiacchiere e diversivi quindi. Questo qui, se non lo ferma un meteorite ha messo un’ipoteca gigantesca su ogni gara da qui alla fine della stagione, e se le altre case non si svegliano, saranno a rischio cappotto anche quelle del prossimo.
È arrivato per tutti gli altri il momento di far scattare il panico come in un famoso film comico degli anni 80?
Niente affatto. Piuttosto bisogna, dato che questa stagione ormai si gioca per le posizioni cadette, cercare di spingere al massimo sull’acceleratore della sperimentazione (magari senza esagerare, come fatto da Suzuki portando in pista la moto del prossimo anno) e tentare soluzioni radicali che potrebbero cambiare gli equilibri di giochi che fino ad oggi sembrano fatti.
Il primo che ha fatto la sua mossa del cavallo in ottica 2020 è stato proprio il “vecchio rivale” del “giovane cannibale”: Valentino Rossi.
Dopo un inizio di stagione migliore rispetto alla chiusura della scorsa, pare che il team del dottore si sia involuto. Incartato su una moto che sembra non avere intenzione di scaricare potenza a terra ha provato qualsiasi tipo di soluzione per dare al professore della MotoGP un bisturi adatto alle operazioni ad alto rischio che compie. Il risultato è stato deludente, sicuramente per i tifosi, ma soprattutto per chi, quel bisturi con la precisione di un ascia, lo deve usare. Dopo un paio di gare in sordina Il campione di Tavullia, a Tokio, ha tentato il tutto per tutto con il risultato di finire nella ghiaia. Un peccato, perchè vedere tutte quelle potenzialità sprecate per riuscire ad entrare nella Top-Ten grida vendetta.
Che fare quindi dopo che i tuoi meccanici hanno provato a rivoltare la moto per darti ciò che cerchi e invece è finita che ora, quella stessa moto, è l’ultima della sua marca?
Tentare il tutto per tutto, cambiare pelle un’altra volta, mettere la squadra nelle mani di un giovane ingegnere: David Munoz, uno che ha vinto il Campionato Moto2 con Pecco Bagnaia.
Basterà? Nessuno può averne la certezza, ma sicuramente, rimanendo fermi, non c’è alcuna possibilità che le cose possano migliorare.
E visto che siamo in tema di campionati cadetti, è bellissimo poter festeggiare la seconda vittoria consecutiva di Luca Marini in Moto2 e di Lorenzo Dalla Porta in Moto3.
Forza ragazzi, crescete in fretta, perchè se i vecchi leoni difendono la trincea, l’Italia Motociclistica ha bisogno di voi per tornare a spingere verso #TheSpeedOfLight.
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